In varie occasioni, ce lo insegna la storia, l’uomo ha dimenticato il significato della parola umanità, dignità, rispetto, accettazione dell’altro

fino a pensare di poter agire, su chi gli è accanto, in modo prepotente e violento facendosi pochi scrupoli. “Medz Yeghern”, in lingua armena “Il grande crimine”, riempie le pagine buie di storia recente nelle quali si fa memoria di come l’uomo abbia potuto usare prepotenza, prevaricazione e violenza verso un intero popolo.

Non possiamo dimenticare o negare di sapere. Fare memoria di questi crimini all’umanità è il più grande e prezioso vaccino che ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e sofferenze, a ricordare che ognuno di noi ha una coscienza e la può usare; una coscienza capace di dare valore e significato alle parole come umanità, dignità, rispetto, accettazione dell’altro, pace.

Di questo si è parlato nell’ambito dell’Educazione Civica, in particolar modo affrontando il tema dell’Educazione alla Legalità, grazie alla squisita disponibilità e a un bellissimo intervento didattico di Gianluca Guidetti svolto in tutte le classi quinte dell’Istituto.

Profondo conoscitore dell’argomento, ci ha parlato del popolo armeno che tra il 1915 e il 1916 fu oggetto di un terribile genocidio (che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile di ogni anno) perpetrato dall’Impero Ottomano, in cui morirono circa 1,5 milioni di persone.

Usando un linguaggio adeguato e accattivante, Gianluca Guidetti ha esposto una dettagliata cronistoria degli avvenimenti che condussero il popolo armeno alla deportazione e alla conseguente diaspora che lo portò in varie parti del mondo. Inoltre ha presentato ai bambini le tradizioni, le feste, il cibo, l’alfabeto (definito uno dei tre alfabeti più perfetti al mondo), la lingua, la musica e le bellezze paesaggistiche di un Paese indipendente del Caucaso meridionale (con capitale Erevan), che oggi è un po’ più grande del Piemonte, con circa tre milioni di abitanti. La sua storia millenaria testimonia come l’Armenia sia un ponte proteso tra Oriente e Occidente. È utile conoscere queste pagine di storia, forse ai più poco nota, affinché non accadano più cose simili, perché si capisca che tutti gli uomini sono uguali e godono degli stessi diritti, con una dignità che va sempre rispettata e custodita.

Molto interessante è stato vedere uno strumento a noi poco conosciuto e sentirne il suo suono particolarmente evocativo: il duduk. Un antico strumento musicale tradizionale armeno che ha un suono particolarmente accattivante, ritenuto l’unico vero strumento armeno che è sopravvissuto lungo la storia; ciò ne fa un simbolo dell’identità nazionale armena. Nel 2005 l’UNESCO ha proclamato la musica per duduk un “capolavoro del patrimonio orale e intangibile dell’umanità”.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di promuovere la costruzione di “ponti” e il consolidamento delle “buone relazioni” basate sul rispetto dell’altro, sviluppando un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo per accrescere nei bambini il desiderio di essere persone e cittadini attivi nella costruzione di relazioni umane e sociali giuste, che contrastino l’illegalità, la prepotenza e i soprusi.

 

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